Un giorno sull’isola di Flatey, Islanda – Big Seven Travel l’ha definita “l’isola più bella del mondo”. Come dargli torto?

Su Nikon School ho pubblicato un reportage fotografico su Flatey e Fiordi Ovest!

INDICE

   Islanda alternativa: l’isola di Flatey
     Cosa vedere a Flatey
 Dove dormire e mangiare: Hotel Flatey 
 Come arrivare a Flatey: traghetti per l’isola
  Libri su Flatey e manoscritti

L’isola di Flatey: un’Islanda insolita e poco turistica

“Ci sono solo due cose al mondo impossibili da contare: le stelle nel cielo notturno e le isolette rocciose della baia di Breiðafjörður” 


L’unica isoletta abitata dell’arcipelago è Flatey, un paradiso perduto che si affaccia sul Mar di Groenlandia. Nel mio viaggio dedicato ai Fiordi Occidentali di Islanda, tornando verso Snaefellsnes, ho deciso di fare tappa su questa isola remota: mai scelta fu più azzeccata!
Islanda insolita- Flatey - cosa vedere
Parliamo di un’isola di 2 km di lunghezza per circa 0,5 di larghezza, ben tre-quattro abitanti nella stagione invernale e un’abbondante avifauna nei mesi estivi.

Ci presentiamo a Brjánslækur (fiordi Nord-Ovest) e nel giro di mezz’ora siamo pronti per l’imbarco.

Come succede sempre in Islanda, il percorso è emozionante quasi quanto la meta: il traghetto non è solo un mezzo di trasporto, ma anche una scusa per godersi il panorama, costituito da isolette disseminate nel fiordo.

Islanda insolita_Flatey

Gabbiano islandese – Flatey, un’Islanda insolita

In piena estate quest’oretta di viaggio si fa in compagnia di pulcinella di mare, ma a fine agosto qui riusciamo a vederne solo uno in lontananza, letteralmente l’ultimo puffin della stagione.

I gabbiani islandesi invece sono onnipresenti! Piano piano inizia a comparire la fantomatica isola di Flatey ed inizia a farlo con il suo faro, forse il più bello visto in Islanda fino ad ora.

Finalmente si attracca in questo paradiso perduto. Scendiamo solo noi e altre due coppie; tutti gli altri proseguiranno fino alla Penisola di Snaefellsnes.

Cosa vedere a Flatey

Le cose da fare non mancano, per chi ha occhi per vedere.
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La prima cosa in cui ci imbattiamo appena arrivati, è un centro informazioni surreale, con un pezzo di vita degli abitanti dal 1940 ad oggi, una macchinetta del caffè, del latte scaduto, due pacchi di assorbenti, tanta gentilezza e disponibilità.

Islanda insolita_Flatey_cosa vedereQui c’è un’unica strada, una chiesa con relativo cimitero, un hotel con caffè-ristorante annesso e una storica biblioteca. Nessun altro landmark.

In questo momento Flatey pullula di vita, perché oltre ad un paio di abitanti fissi, ce ne sono circa un centinaio per l’estate e forse 5\6 turisti.

Ma l’anima di questo posto non sono le persone, bensì la fauna: pecore islandesi appartenenti alle due fattorie locali, sterne artiche, ùrie, edredoni, cormorani, marangoni dal ciuffo, e puffin, tantissimi puffin, ma solo nel pieno della stagione estiva.

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Sterne artiche

Inoltre il 70% delle aquile islandesi dalla coda bianca sono state avvistate in queste zone, territorio anche di foche e di balene.

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Flatey è stata abitata appena dopo l’inizio della colonizzazione islandese (ca 870 d.C.) e a quell’epoca aveva ben 300 abitanti, quasi tutti pescatori e allevatori.

Dalla metà del secolo scorso si è nettamente spopolata e le abitazioni sono diventate prevalentemente case-vacanza.

Oggi si possono ammirare edifici coloratissimi dell’inizio del XIX sec. immersi in un silenzio assordante e in un’atmosfera fuori dal tempo.

Sette ore a Flatey sono un tempo sufficiente per fare amicizia con tutte le sue sterne e con tutte le sue pecore, esplorandone anche gli angoli più remoti, come la sua riserva naturale.

Si tratta di una protuberanza disabitata dell’isola, raggiungibile a piedi con la bassa marea: con l’alta marea c’è una differenza di ben sei metri!

Siamo capitati qui nel periodo giusto: l’area protetta infatti non è visitabile dal 15 aprile al 14 luglio, durante la nidificazione; la bassa marea non è l’unica conditio sine qua non per esplorare questa parte dell’isola.


Qui incontriamo solo pecore, di cui una che si erge a guardiano della zona e ci bela contro sempre più insistentemente: è stata ribattezzata “la pecora Batman“.
La foto non è delle migliori, ma dovevo assolutamente metterla.

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Pecora Batman – “Non è l’eroe che ci meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno”

Dopo aver schivato il guardiano lanoso della riserva naturale, ci addentriamo in un macabro angolo nascosto: qualcuno ha scolpito un totem in legno a cui sacrifica uccelli morti: che sia un modo per sperare di aver figli?

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Un inquietante Priapo islandese – Flatey, Islanda nascosta

Al museo di Hólmavík abbiamo imparato molto sulle pratiche di stregoneria che avvenivano sui fiordi secoli fa, e questo idolo sembra far parte dello stesso filone, ma con qualche secolo di ritardo.

Un angolo segreto di Flatey, un’Islanda insolita

Proseguendo scopriamo altri elementi tetri e affascinanti: due pescherecci arenati piuttosto fotogenici.  Superati questi torniamo sulla via centrale del villaggio, all’altezza della chiesa, per poi tornare al leggendario punto informazioni/emporio: dopo ben sette ore qui siamo diventati grandi amici della proprietaria!

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Pattini islandesi del 1940 – Flatey, un’Islanda insolita

“What do you do in winter?/Cosa fate d’inverno a Flatey?” È la prima domanda che ci viene da porle; “farming” è la sua risposta: stanno con le loro pecore, anche perché d’inverno neanche si pesca.


Poi come passatempo c’è il basket e il pattinaggio nel laghetto.  “D’estate per ammazzare il tempo ci mettiamo a ripulire la lanuggine attorno ai nidi dei pennuti locali.” – ci racconta indicando le foto.


Sono sempre più felice di aver aspettato il traghetto successivo e di aver fatto questa tappa incredibile.

Dove mangiare e dormire a Flatey

A Flatey c’è un’unica accomodation-ristorante che non poteva che chiamarsi Hotel Flatey.

È curato e accogliente ed è un piacere passare del tempo lì, ma data l’assenza di competitor i prezzi sono alti pure per gli standard islandesi: abbiamo speso l’equivalente di 40€ per due zuppe anonime 
Un semplice caffè si può prendere anche all’info point dove costa “solo” 350 ISK.
Potete quindi alloggiare anche a Stikkysholmur e fare una gita in giornata come abbiamo fatto noi! Su Booking.com potete prenotare questi alloggi con cancellazione gratuita.

A tal proposito, vi consiglio di leggere la mia mega guida agli alloggi! Dove dormire in Islanda: hotel, guesthouse, fattorie, ostelli e non solo

Come raggiungere Flatey

Flatey è raggiungibile con il traghetto Baldur della Seatours che d’estate parte due volte al giorno sia da Brjánslækur (fiordi Nord-Ovest), che da Stikkysholmur (Penisola di Snæfellsnes).

Nelle mezze stagioni il doppio traghetto giornaliero c’è solo di martedì e giovedì, a distanza di 5 ore uno dall’altro, mentre d’inverno di traghetto ce n’è sempre e solo uno al giorno, ma è comunque possibile visitare questo posto surreale.

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Gli orari sono soggetti a variazioni, quindi consultate il sito www.seatours.is per gli aggiornamenti o scrivete a breidafjordur@seatours.is se avete dubbi.

In ogni caso bisogna presentarsi all’imbarco 30 minuti prima della partenza: il il traghetto ci mette un’ora per arrivare a Flatey dai Fiordi Occidentali, ed un’ora e mezza da Flatey a Stikkysholmur.

A meno che non vogliate pernottare nell’unico Hotel di Flatey, la massima permanenza possibile in un giorno è di sette ore.

A.A.A Dal COVID c’è un solo traghetto al giorno, quindi l’unico modo per visitare Flatey è pernottare qui!

Il viaggio ad agosto 2018 costava l’equivalente di 130 euro; mentre l’imbarco della macchina – che dipende dalle dimensioni – nel caso della Dacia Duster, veniva circa 50 euro.


Si imbustano le chiavi della macchina ad un addetto ai lavori e ve la fanno trovare parcheggiata al porto. Ricordatevi che le macchine a Flatey non sono ammesse!

I biglietti per il traghetto si prenotano sul sito ufficiale, e si ritirano nell’unico chioschetto esistente a Brjánslækur, dove è possibile prendere anche del caffè o del tea con refill senza fine (350 ISK); o la zuppa del giorno, sempre con la formula no-stop (1200 ISK).

Dovendo caricare anche la propria macchina, in alta stagione è consigliabile prenotare il traghetto con almeno due settimane di anticipo.

Vi consiglio di prenotare l’auto qui, sempre con cancellazione gratuita: 5% di sconto per i miei lettori!

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 Letteratura: L’Enigma di Flatey e il Flateyjarbók 

FLATEY ISLANDA SCONOSCIUTA E POCO TURISTICA

L’enigma di Flatey” di Viktor A. Ingólfsson – in vendita su Amazon, sia in formato cartaceo che in formato kindle.

La versione italiana è stata pubblicata nel 2012 dalla casa editrice Iperborea, specializzata in in letterature nordiche. Si tratta di un giallo/thriller, il cui incipit si presenta così:

“È l’alba di una limpida giornata di giugno del 1960 quando una famiglia di pescatori dell’isola di Flatey, tra i fiordi occidentali dell’Islanda, trova il cadavere di uno sconosciuto. Nella sua tasca un foglio con una serie di 39 lettere. La vittima è il danese Gaston Lund, studioso di un antico enigma irrisolto basato sulle saghe raccolte nel Libro di Flatey”

C’è chi ha deciso di visitare Flatey in seguito a questa lettura, ma per me è stato l’esatto opposto: dopo esser stata a Flatey, non vedo l’ora di leggerlo!

Il Libro di Flatey - Islanda insolita e poco conosciuta

Flateyjarbók, il Libro di Flatey – Islanda insolita e poco conosciuta

Il secondo testo su Flatey – non in termini di importanza – è appunto il sopra citato Flateyjarbók (letteralmente “libro dell’isola piatta”), importante manoscritto del Medioevo islandese.

Questo libro è stato conteso tra Danimarca e Islanda, fino a trovare la sua collocazione definitiva nella capitale dell’isola, nell’istituto per studi islandesi Árni Magnússon. La biblioteca di Flatey – fondata nel 1864 – ne ospita una copia in una teca.
Flatey_Islanda alternativa
Parliamo della biblioteca più antica d’Islanda, anche se non si direbbe, visti i restauri anni ’80!
Per altre curiosità islandesi, vi rimando al mio post:


Dall’isola di Flatey questo è tutto.

Have an ICE day!

Valeria


Ecco una selezione di post a tema Islanda, tra gli innumerevoli che ho scritto:

Se vi piacciono i villaggi sospesi nel tempo, allora vi consiglio di leggere anche i miei reportage su Bergen (Norvegia) e su Sigtuna (Svezia).