Lo Stretto di Drake, l’oceano più pericoloso del mondo
INDICE
Storia dello Stretto di Drake
La mia esperienza nel Canale di Drake
Come sopravvivere al tempestoso Drake Passage
Con quale nave attraversare lo Stretto di Drake: spedizione antartica con Poseidon (up to 45% off!)
Il Canale di Drake (noto anche come Passaggio o Stretto di Drake) è il mare più agitato del mondo: 1200 km di oceano tra capo Horn, estremità più meridionale dell’America latina e le isole Shetland del Sud.
Il temibile Drake Passage è quindi una prova necessaria per raggiungere il continente più incontaminato e disarmante della Terra: l’Antartide.
Stretto o largo?
“Stretto” per modo di dire, dato che è largo fino a 1200 km e questo lo rende lo stretto più grande del pianeta.
Storia del Passaggio di Drake
Nel 1525, il navigatore spagnolo Francisco de Hoces ipotizzò l’esistenza del Drake Passage mentre esplorava l’accesso meridionale dello Stretto di Magellano. Da qui il toponimo “Mar de Hoces”, appellativo usato nelle fonti di lingua spagnola.
Le acque più tempestose del pianeta vennero ufficialmente chiamate “Stretto di Drake” in onore del corsaro e politico inglese Francis Drake, che circumnavigò il globo con la sua nave Golden Hind.
Francis – nel 1578 – raggiunse il Pacifico e fu spinto molto più a Sud da una tempesta: questo incidente fu la prova dell’esistenza del mare aperto a Sud dell’America Meridionale.

Golden Hind, l’ultima nave di Sir. Francis Drake by Roy Cross
Nel 1616, il navigatore olandese Willem Schouten divenne il primo a navigare verso Capo Horn (Kaap Hoorn) e attraverso il famigerato Stretto di Drake.
Per nuovi primati, si è dovuto attendere fino al 2019, quando una flotta di sei esploratori attraversò il Drake Passage a remi, diventando la prima nella storia a riuscire in tale impresa.
La spedizione è documentata nel film The Impossible Row (2020).
A tal proposito leggi anche: Libri e film sull’Antartide
La mia esperienza nello Stretto di Drake: il famigerato “Drake Shake” all’ennesima potenza
Dalle navi da spedizione come la nostra, il Drake Passage è attraversato alla velocità massima di 25km/h, quindi circa quattro giorni in mare aperto per percorrere 2400 km totali, nel punto in cui Oceano Pacifico e Oceano Atlantico si incontrano.
In caso di tempesta, le onde possono raggiungere tranquillamente i quindici metri, facendoti vivere l’inenarrabile “Drake Shake”.
Questo è ciò che abbiamo vissuto noi, sia all’andata che al ritorno.
Le tempeste sono meno frequenti nel pieno dell’estate australe. A tal proposito, consiglio di leggere “Quando andare in Antartide“
Quando l’Oceano è piatto, le onde arrivano solo a quota cinque metri e lo stretto di Drake si conquista il simpatico toponimo di “Drake Lake“.
“Va be’ ma io tanto il mal di mare non lo soffro.” Disse colui che era sopravvissuto all’Atlantico del Nord.

Tempesta in arrivo!
Lo stretto di Drake non è paragonabile assolutamente a nulla: un ex ufficiale della marina USA in viaggio in Antartide con noi, ha detto che in tutta la sua carriera non aveva mai visto niente del genere.
“Va be’ vorrà dire che mi imbottirò di pasticche e punture.”
Neanche questo basta per sfuggire all’ira di Drake: il medico di bordo aveva curato 3/4 di nave in questa maniera, ma questo serviva solo ad evitare di vomitare, la nausea in caso di mal di mare non ve la toglie nessuno.

Letto con sponda laterale e finto porta asciugamani, che in realtà è un salva-vita per il canale di Drake.
Io miracolosamente il mal di mare non l’ho sofferto, ma il disagio per ondeggiare a 45° di continuo da destra a sinistra, e da sinistra a destra è stato inevitabile.
Parlo di difficoltà a stare in piedi, a dormire, a mangiare con il cibo che cade dalla tavola, porte e ante che sbattono e mani costantemente occupate per reggersi. Sulla nostra nave ci sono stati tre feriti: chi è caduto dalle scale, chi ha sbattuto e chi si è chiuso le mani nella porta.
Ecco il video di un mio compagno di viaggio ucraino, che rende l’idea del rollìo:
Rimedi parziali per il mal di Drake
Per prevenire ed alleviare questo disagio, una cabina ai piani bassi potrebbe essere una buona idea.
Una volta che ci state dentro, prendete le pasticche distribuite a bordo dal medico incaricato: niente a che vedere con il nostro Travelgum!
Durante la tempesta è impensabile uscire, per cui l’idea di prendere una boccata fuori non è accarezzabile.
La dottoressa alle vittime di Drake ha consigliato solo di chiudere gli occhi per evitare di guardare l’ondeggiamento.
Nei momenti più duri ci hanno distribuito mele e cracker, consigliando anche di mangiare zenzero e bere SevenUp.
Come attraversare lo stretto di Drake: crociera antartica con Poseidon (up to 45% off!)
Con la vita non si scherza: per questa esperienza adrenalinica ci vuole una nave rinforzata per il ghiaccio iscritta alla IAATO (International Association of Antarctica Tour Operator).
Le navi grandi sono più stabili, ma sono ecomostri che rovinano sia l’ambiente che la vostra esperienza di viaggio.

La leggendaria Sea Spirit durante la mia crociera alle Svalbard
Il mio consiglio è un’imbarcazione da un centinaio di passeggeri, come la Sea Spirit di Poseidon, una nave anni ’90 stabilizzata nel 2019.
Nave che mi ha portata a Spitsbergen – con grande soddisfazione – e con cui tornerò nel mare più pericoloso del mondo, destinazione Georgia Australe.
Ho attraversato lo Stretto di Drake con un mezzo con le caratteristiche di cui sopra, fatta eccezione per l’età anagrafica e per il comfort: era degli ’70 (!), e, con il senno di poi, avrei evitato.
Nella mia guida approfondita al viaggio in Antartide spiego tutto nel dettaglio.
Con l’impeccabile Poseidon Expeditions ci sono sconti per l’Antartide fino al 40% + 100 USD di credito a bordo + il 5% di sconto cumulativo per i miei lettori (codice: castiello-poseidon). Promozione valida fino al 27 ottobre 2023, mentre il mio codice sconto per TUTTE le spedizioni polari non ha scadenza! Potete anche mandarmi una mail ad info@valeriacastiello.com o scrivere direttamente a Poseidon – qui – in inglese.
Lo sconto cumulativo è valido su tutte le crociere polari: qui la mia esperienza alle Svalbard!
Se avessi la possibilità di andare sulla Luna d’altronde non mi preoccuperei del confort della traversata: il continente bianco è quanto di più vicino possibile ad un viaggio su un altro pianeta.
Valeria
Su Antartide e Patagonia ho scritto anche:
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